Václav #78

29 novembre - 20 dicembre 2022

La fine dell’anno che si avvicina porta novità consistenti in Europa centrale. In particolare in Slovacchia dove, dopo mesi di evidenti fragilità, è caduto il governo guidato da Eduard Heger. A causarla, in realtà, l’eccessiva solerzia del suo predecessore, Igor Matovič, leader della coalizione che soltanto due anni fa prometteva di rivoluzionare la politica slovacca.

Nel frattempo, continua a scavarsi inesorabile il solco tra i Paesi dell’area rispetto al rapporto con l’Ucraina.

Da un lato c’è la Repubblica Ceca che organizza e promuove addestramento di unità militari dell’esercito di Kiev sul suo territorio. Dall’altro, l’Ungheria che prova a sfilarsi dalle indicazioni comunitarie sulla gestione del conflitto per potere valutare ogni situazione guardando al proprio tornaconto.

Di sicuro sia il governo di Budapest che quello di Varsavia devono fare molta attenzione ai conti. In Polonia, come in Ungheria, l’inflazione erode sempre più il potere d’acquisto dei cittadini ed è il momento di cedere qualcosa nello scontro con l’Ue sulle riforme e lo stato di diritto.

Ci occupiamo anche delle elezioni presidenziali ceche del prossimo gennaio, dei problemi energetici slovacchi e delle statue di Lenin nei parchi di Budapest. Oltre che del calciatore della nazionale polacca che si è preso gli onori della cronaca in patria e all’estero. E, per una volta, non si tratta di Robert Lewandowski.

Buona lettura e buone feste a tutti e tutte voi.

Václav torna nel 2023!


Fine del governo Heger


È giunta al capolinea l'esperienza del governo di Eduard Heger. Una mozione di sfiducia presentata da SaS (Libertà e solidarietà) ha ottenuto la maggioranza di 78 deputati su 150. Si conclude così una crisi politica durata mesi, che ha la sua genesi ancora ai tempi in cui il primo ministro era Igor Matovič. Il leader di OL'aNo, vincitore a sorpresa alle elezioni del 2020,  era entrato in rotta di collisione con gli alleati di maggioranza e in particolar modo con SaS, in piena pandemia, quando aveva fatto procedere con l'acquisto di due milioni di dosi di vaccino Sputnik senza essersi prima consultato con gli alleati. Gli eventi che erano seguiti avevano portato alle dimissioni di Matovič, che aveva assunto l'incarico di ministro delle Finanze, e alla nascita del governo Heger. 

Le tensioni con SaS erano però rimaste latenti e sono esplose a giugno, quando l'ex premier ha rifiutato un pacchetto di aiuti alle famiglie presentato proprio dal partito guidato da Richard Sulik. In tutta risposta, SaS ha aperto una crisi di maggioranza, minacciando di far uscire i ministri dal governo qualora Matovič non avesse rassegnato le dimissioni. L’ex premier è rimasto al suo posto e puntualmente SaS si è ritrata dall'esecutivo a settembre. Giovedì scorso, l'atto conclusivo, con la sfiducia in parlamento. All'ultimo momento, Matovič aveva messo sul tavolo le proprie dimissioni. Fuori tempo massimo secondo SaS. 

Gli scenari che si aprono ora vedono la formazione di un governo tecnico, un accordo in parlamento, oppure le elezioni anticipate. Ecco un elenco di articoli di testate che si sono occupate dell'argomento:

https://www.dw.com/en/no-confidence-vote-topples-slovakia-coalition-government/a-64115933

https://www.euronews.com/2022/12/15/slovakias-government-on-the-brink-ahead-of-crucial-confidence-vote

https://apnews.com/article/slovakia-zuzana-caputova-c576b16fafbe4342254714b1ab8e08d3

https://www.ilpost.it/2022/12/15/slovacchia-heger-governo-caduto/

Il primo ministro slovacco Eduard Heger, sfiduciato. In tutti i sensi. Foto di Ivan Majerský

Polonia


Accordo su aiuti per Kiev...
Il 15 dicembre, dopo un inaspettato tira e molla a Bruxelles, la Polonia ha dato il via libera a un pacchetto di misure in sospeso presso l'Unione Europea dopo che l'Ungheria aveva posto il veto alla loro adozione. Le misure comprendono lo stanziamento straordinario di 18 miliardi di Euro di aiuti per l'Ucraina, l'approvazione al Pnrr ungherese e il congelamento parziale e ridotto dei fondi Ue alla Polonia. Il premier polacco Mateusz Morawiecki si era inizialmente opposto all'adozione del pacchetto sostenendo che: «Unire gli aiuti all'Ucraina a un tema tanto distante e diverso come la tassa alle multinazionali non era necessario, si tratta di un errore e di un tentativo di ricatto». 

...e sulla minimum corporate tax
Obiezioni poi lasciate cadere. Alla fine Varsavia ha sollevato il proprio veto al pacchetto legislativo che comprende anche la cosiddetta minimum corporate tax. Si tratta di un'imposta studiata dall'Ue per tassare il 15% dei profitti delle multinazionali presenti in Europa. La Polonia, al pari dell'Ungheria, temeva che questa tassazione possa portare a una riduzione degli investimenti delle grandi corporation nel Paese e a una conseguente riduzione dei posti di lavoro. 

Euractiv: https://www.euractiv.com/section/economy-jobs/news/poland-lifts-its-last-minute-veto-threat-on-eu-minimum-tax-directive/


Riforme per scongelare i fondi Ue?
Nel frattempo, Varsavia continua a puntare allo sblocco di 36 miliardi di Euro fondi europei. Sono congelati da mesi per via delle preoccupazioni di Bruxelles sul mancato rispetto dello stato di diritto nel Paese. Per ottenerlo, il 14 dicembre il governo ha presentato in parlamento un nuovo disegno di legge che dovrebbe attenuare l'impatto di alcune delle precedenti, contestate, riforme sulla giustizia. L'obiettivo è quello di rispettare gli obiettivi fissati dall'Ue per garantire l'indipendenza della magistratura nel Paese.

Notes from Poland: https://notesfrompoland.com/2022/12/14/poland-proposes-further-withdrawal-from-judicial-reforms-to-unlock-eu-funds/


Lgbtq+ vs Governo 1-0

L'11 dicembre la Corte Suprema di Varsavia ha respinto un appello del ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro, che chiedeva di ribaltare una sentenza di discriminazione di un datore di lavoro ai danni di una persona transgender. Joanna Żelek era stata obbligata dall'agenzia di sicurezza per cui lavorava - e che l'aveva assunta come donna - a indossare un'uniforme maschile in quanto l'iter burocratico per testimoniare il suo avvenuto cambio di sesso era ancora in corso. Dopo un'iniziale sentenza avversa, nell'ottobre 2020 Joanna era stata riconosciuta in appello come vittima di discriminazione

Notes from Poland: https://notesfrompoland.com/2022/12/12/trans-woman-wins-legal-battle-with-justice-minister-at-polands-supreme-court/


Una vittoria per Weronika
Weronika Klemba è una ragazza ventunenne che collabora con un'associazione cattolica. Nel marzo scorso era stata attestata dalla polizia nei pressi del confine polacco-bielorusso e detenuta per due giorni con l'accusa di favoreggiamento all'immigrazione illegale. La sua colpa? Avere prestato soccorso ad alcune delle migliaia di persone che in quei mesi avevano varcato la frontiera e cercavano rifugio in Polonia. Rischiava dai tre mesi agli otto anni di carcere, ma il 9 dicembre tutte le accuse nei suoi confronti sono state ritirate. Il suo caso è una piccola vittoria per le associazioni impegnate da mesi nell'assistenza e nel soccorso dei migranti arrivati in Polonia attraverso il confine bielorusso.

Gazeta Wyborcza (in inglese): https://wyborcza.pl/7,173236,29243546,polish-authorities-drop-charges-against-20-year-old-aid-worker.html


Doni da maneggiare con cautela
Il capo della polizia polacca, Jarosław Szymczyk, è rimasto ferito da un'esplosione verificatasi nel suo ufficio di Varsavia nella mattinata del 14 dicembre. Secondo le prime ricostruzioni dell'accaduto, a provocare l'incidente sarebbe stata la deflagrazione di un regalo ricevuto da Jarosław Szymczyk in Ucraina durante una sua recente visita nel Paese. In seguito si è appreso che è stato lo stesso Szymczyk a causare l'esplosione, azionando per errore all’interno del proprio ufficio il regalo ricevuto: un lanciagranate.. 

Guardian: https://www.theguardian.com/world/2022/dec/16/poland-police-chief-jaroslaw-szymczyk-fired-grenade-launcher-gift-ukraine  


La Varsavia di Szczęsny 
Wojciech Szczęsny è stato uno dei migliori portieri della Coppa del Mondo di calcio appena conclusasi in Qatar. Le parate del portiere della Juventus hanno permesso alla nazionale polacca di raggiungere gli ottavi, dove la Polonia si è arresa solo alla Francia, poi finalista del torneo. Szczęsny è nato e cresciuto a Varsavia. Alberto Bertolotto racconta i luoghi e le persone della capitale legate al numero uno polacco sulle colonne della Gazzetta dello Sport.

https://www.gazzetta.it/Calcio/Mondiali/04-12-2022/francia-polonia-radici-szczesny-4501397084026_preview.shtml


L'aringa delle feste
Uno dei tradizionali 12 piatti che non possono mancare sulle tavole delle famiglie polacche per la cena della vigilia di Natale è lo śledź, ossia l'aringa. I polacchi ne sono grandi consumatori anche durante il resto dell'anno, soprattutto nella sua versione marinata o bollita, ma anche affumicata, fritta, cotta al forno oppure servita in gelatina. Secondo Culture.pl, la passione per questo pesce, diffuso nel Baltico su cui affaccia il Paese, risale all'XI secolo.

Culture.pl: https://culture.pl/en/article/herring-or-sledz-and-a-recipe-to-perfectly-create-this-traditional-staple

Il portiere polacco Wojciech Szczęsny immortalato nell’atto di parare un rigore a Lionel Messi durante la partita Polonia-Argentina valida per il Gruppo C dei mondiali di calcio 2022.


Ungheria


D’accordo!
Il Consiglio europeo di dicembre ha partorito l’atteso accordo tra Ue e Ungheria che conclude, per il momento, il loro lungo braccio di ferro tra fondi, veti e stato di diritto. Sono stati approvati i sussidi per il Recovery plan ed è stata ridotta la proposta della commissione di sospensione dei fondi di coesione ungheresi, pur condizionati alle riforme sullo stato di diritto, in cambio del ritiro del veto di Budapest sulla minimum tax globale sulle multinazionali e sui fondi collettivi Ue all’Ucraina per il 2023.

Politico: https://www.politico.eu/article/eu-deal-hungary-drop-vetoe-recovery-plan-approved-funding-freeze-ukraine-aid/

EuObserver: https://euobserver.com/rule-of-law/156533

Budapest mirava a sostituire il finanziamento comunitario per il Paese in guerra con singoli accordi bilaterali, in modo da per poter decidere autonomamente sugli specifici progetti destinatari degli aiuti, e indirizzarli verso l’oblast della Transcarpazia dove vive una cospicua minoranza ungherese.

Limes: https://www.limesonline.com/notizie-mondo-oggi-13-dicembre-ue-ungheria-ucraina-india-cina-usa-brasile-bielorussia/130364

Il premier ungherese deve essere grato anche a Giorgia Meloni, che si conferma una preziosa nuova alleata dell’Ungheria nelle riunioni di Bruxelles.

https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/11/19/news/meloni-al-bivio-prima-gli-italiani-o-prima-orba-n--4675929/

 

In forse il raddoppio di Paks
La costruzione di due nuovi reattori della centrale nucleare di Paks, Ungheria meridionale, è stata affidata nel 2013 alla russa Rosatom senza un bando internazionale. L’accordo prevedeva anche l’arrivo dalla Russia delle barre di uranio combustibile e dei principali finanziamenti. Si tratta del singolo maggior investimento economico della storia del Paese. La guerra in Ucraina, però, rende sempre meno probabile la sua realizzazione.

Bbc: https://www.bbc.com/news/world-europe-63964744

 

Oltre il 40% l’inflazione sui prodotti alimentari
L’inflazione in Ungheria si è attestata al 22.5% a novembre, e ben al 43% se consideriamo i soli prodotti alimentari. È l’effetto non solo della guerra in Ucraina, ma anche dell’Iva, tra le più alte al mondo, della debolezza del fiorino e delle tensioni di Budapest con la commissione europea.

China Global Television News: https://newseu.cgtn.com/news/2022-12-17/Hungary-s-food-inflation-hits-20-year-high-and-worst-is-yet-to-come--1fOJLhmMAjm/index.html

La soluzione finora adottata dal governo è stata l’adozione di prezzi calmierati per nove beni alimentari giudicati di prima necessità. Una manovra che, introducendo un prezzo artificialmente basso, stimola la domanda e provoca una carenza di offerta. Secondo gli esperti, l’Ungheria rischia di dover importare patate e uova da gennaio 2023. Un provvedimento simile è stato sperimentato con i carburanti, ma cancellato a inizio dicembre.

Neue Zurcher Zeitung: https://www.nzz.ch/wirtschaft/viktor-orban-mit-preisobergrenzen-gegen-inflation-ld.1712570

 

Riaperto al traffico il Ponte delle catene
Dopo poco meno di un anno e mezzo di lavori riapre, inizialmente solo per mezzi pubblici e taxi, il ponte delle Catene, uno dei simboli di Budapest. Lungo 386 metri, è stato il primo collegamento stabile tra le città di Buda e Pest e simbolo della difficile ma possibile comunione tra due anime del Paese molto diverse tra loro.

World Highways: https://www.worldhighways.com/wh12/news/budapests-szechenyi-chain-bridge-reopen

 

Al parco del ricordo
La rubrica viaggi della Bbc porta i lettori al Memento Park di Budapest, il museo all’estrema periferia della capitale dove sono state raccolte 44 tra targhe e statue alte più di 10 metri del periodo socialista. La soluzione dell’Ungheria, alla cancellazione dei retaggi del passato regime nelle sue pubbliche piazze, all’indomani della caduta del Muro di Berlino.

https://www.bbc.com/travel/article/20221214-memento-park-budapests-graveyard-for-communist-statues

Una statua di Lenin che campeggia all’interno del Memento Park di Budapest.


Slovacchia

Energia solare in crescita
Mentre il prezzo dell'elettricità è in continuo aumento, stanno crescendo anche i margini di profitto delle centrali fotovoltaiche slovacche. A determinare il loro successo il fatto di aver potuto beneficiare a lungo di elevati sussidi governativi e i bassi costi di produzione. Al contrario, potrebbero chiudere molte centrali a biogas, che soffrono gli alti prezzi dei materiali di partenza. Lo rivela uno studio della società Finstat, specialità in analisi finanziarie. 

Euractiv: https://www.euractiv.com/section/politics/news/slovakias-solar-industry-profits-surge-amid-biogas-shutdown-fears/

Mezzi e aerei sull'asse Bratislava - Kiev
La Slovacchia sarebbe pronta a trasferire in Ucraina la sua flotta di Mig-29 e sta parlando con gli alleati della Nato per definirne le modalità. Si è espresso in questo senso il ministro degli Esteri, Ratislav Káčer, qualche giorno fa. Tuttavia va segnalato che l'affermazione di Kacer è avvenuta prima della mozione di sfiducia in parlamento, e non è da escludere che un nuovo assetto governativo possa cambiare le cose. 

Ukrinform: https://www.ukrinform.net/rubric-ato/3630396-slovakia-approves-new-military-aid-package-for-ukraine.html

Intanto è stato realizzato il trasferimento in Ucraina di 30 veicoli BVP-1 destinati al trasporto della fanteria. La Slovacchia li sostituirà con altrettanti mezzi provenienti dalla Germania. 

Aresdifesa: https://aresdifesa.it/la-slovacchia-acquista-152-cv90-mk-iv-ifv/

Un tetto alle spese per l'energia
Il governo ha posto un tetto alle spese dell'energia per le famiglie. La manovra costerà 6 miliardi di euro e verrà realizzata tramite sussidi e un contratto con il principale operatore elettrico del Paese, la Slovenské Elektrární (Se). Per quanto rigarda i prezzi del gas naturale e del riscaldamento, questi subiranno un incremento del 15% che potranno essere compensati tramite sussidi. 

Enerdata: https://www.enerdata.net/publications/daily-energy-news/slovakia-will-cap-residential-electricity-prices-eu6bn-package.html


Repubblica Ceca

Una poltrona per tre
Il 13 e 14 gennaio i cittadini e le cittadine della Repubblica Ceca si recheranno alle urne per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica che prenderà il posto di Miloš Zeman, capo dello Stato uscente, dopo due mandati da inquilino del castello di Praga. I candidati ammessi alle elezioni sono nove di cui tre favoriti per andare al secondo turno. Si tratta del discusso ex premier Andrej Babiš, dell’ex generale di corpo d’armata e oggi convinto europeista Petr Pavel e dell’economista Danuše Nerudová, già rettrice dell’Università di Brno e forte di una carica di novità che le viene anche dalla sua giovane età (43 anni). Chi la spunterà?

Kafkadesk: https://kafkadesk.org/2022/12/12/high-stakes-czech-presidential-campaign-locked-in-three-way-mexican-standoff/

L’ultima carta per il tetto al prezzo del gas
L’Europa non riesce a trovare un accordo unanime sul tetto al prezzo del gas, con il parlamento debole, la commissione contraria e il consiglio europeo molto diviso. La Repubblica Ceca giocherà un ruolo importante nella questione, dal momento che è in corso, e agli sgoccioli, il semestre in cui tocca al governo di Praga esprimere il Presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea. Il premier Petr Fiala si è detto pronto a forzare un po’ la mano e chiedere un voto a maggioranza qualificata per approvare la decisione sul tetto, impossibile da prendere all’unanimità viste le resistenze dei governi tedesco e olandese sul tema.

Euractiv: https://euractiv.it/section/capitali/news/la-presidenza-della-repubblica-ceca-e-pronta-a-mettere-in-minoranza-la-germania-sul-tetto-al-prezzo-del-gas

Esercitazioni militari ucraine
Nei giorni scorsi, il governo ceco ha approvato una norma per permettere l’addestramento di reparti dell’esercito ucraino sul proprio territorio e le operazioni sono già iniziate, alla luce del sole, nella regione di Olomouc, nella parte orientale del Paese. Intanto, la difesa di Praga continua a provvedere al fabbisogno di mezzi blindati dell’Ucraina: secondo quanto dichiarato, l’industria pesante ceca produrrebbe un carro armato ogni quattro giorni destinato a Kiev.

Radio Prague: https://english.radio.cz/ukrainian-soldiers-begin-training-czechia-8768892

Sulla via di Gerusalemme?
Il presidente uscente Zeman ha dichiarato la volontà di volare in Israele in visita ufficiale a gennaio, alla fine del suo mandato. Ha anche invitato il premier Fiala ad andare con lui per sostenere la volontà di spostare la sede dell’ambasciata ceca da Tel Aviv a Gerusalemme, sulla scia di quanto fatto dall’ambasciata statunitense durante la presidenza Trump. Fiala stesso, quando era all’opposizione, aveva firmato una petizione a riguardo e potrebbe essere ancora favorevole alla cosa, ma deve fare i conti con l’opposizione europea sul tema.

Middle East Monitor: https://www.middleeastmonitor.com/20221214-czech-republic-to-move-israel-embassy-to-jerusalem/

Il ritorno degli esattori
All’inizio degli anni 2000, la Repubblica Ceca aveva un sistema di riscossione dei crediti da far west, spesso e volentieri commissionato a privati, e che ha creato più di 700mila persone indebitate e perseguitate da agenzie di riscossione. Il 6,4 % della popolazione. Ultimamente il governo di Praga ha rimesso in ordine la situazione con misure che permettono la rateizzazione o la cancellazione del debito, ma nell’anno dell’invasione russa dell’Ucraina le preoccupazioni finanziarie rischiano di tornare a galla.

Balkan Insight-Reporting Democracy: https://balkaninsight.com/2022/12/08/the-bailiffs-are-back-czechs-face-fresh-consumer-debt-crisis/

Danuše Nerudová, la candidata outsider alle presidenziali ceche, che la stampa boema sta già paragonando all’attuale presidente slovacca Zuzana Čaputová.


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