Václav #74

28 settembre - 8 ottobre 2022

Secondo appuntamento autunnale con Václav, il numero 74 dalla fondazione e verso le novità che sono in cantiere per il 2023.

In questa edizione parliamo di soluzioni alternative ai tempi della crisi energetica, ma osserviamo il fronte sempre più incrinato di solidarietà all’Ucraina da parte dell’Europa centrale e i problemi di politica interna che non risparmiano nessun governo, dal debole esecutivo slovacco all’apparentemente indistruttibile governo Orbán in Ungheria. Buona lettura!


Reinventarsi nella crisi

Se Atene piange, Sparta non ride. Mentre l’esercito russo continua ad arretrare di fronte alla controffensiva ucraina nei territori occupati, l’Europa centrale fatica a trovare una soluzione ai suoi problemi energetici ed economici. A governi e popolazioni l’onere di trovare una soluzione.

Aperto il Baltic Pipe - La Polonia per esempio guarda al Baltico. Il 28 settembre è stato inaugurato il gasdotto Baltic Pipe che Porterà in Polonia il gas norvegese passando dalla Danimarca.  È costato 1,6 miliardi di euro (per un sesto provenienti dall'Ue) e dovrebbe facilitare l'addio al gas russo. Dei 10 miliardi di metri cubi di gas naturale l'anno previsti lungo il gasdotto, tre spetteranno alla Danimarca. Ne scrivono:

https://www.euronews.com/2022/09/27/baltic-pipe-norway-poland-gas-pipeline-opens-in-key-move-to-cut-dependency-on-russia- Euronews

https://www.euractiv.com/section/energy-environment/news/baltic-pipe-gas-pipeline-opens-connects-norway-and-poland/ - Euractiv


L’emiro nell’alto castello -
I cechi invece puntano a sud. Il presidente uscente, Miloš Zeman, ha accolto nella residenza presidenziale nel castello di Praga Tamir bin Hamad Al Thani, emiro del Qatar. I due capi di Stato hanno aperto ufficialmente la visita della delegazione qatariota a Praga che prevederà incontri con membri dell’esecutivo ceco per parlare di forniture di gas da Doha.

https://apnews.com/article/middle-east-business-global-trade-prague-28a8d3ccc6162007a331faf22d1a68f2 - Associated Press

Guerra ai profitti sull’elettricità - La Slovacchia per il momento non cerca nuove forniture, ma lancia la sfida ai Paesi che ottengono alti profitti rivendendo a costo maggiorato l’elettricità acquistata a buon prezzo da Bratislava. Se questi profitti non verranno tassati e parte dei proventi non rientreranno, la Slovacchia è pronta a bloccare l’export dell’energia elettrica.

https://euractiv.it/section/capitali/news/la-slovacchia-minaccia-di-trattenere-lelettricita-acquistata-da-clienti-stranieri/ - Euractiv

https://www.reuters.com/business/energy/slovakia-could-stop-power-exports-if-doesnt-get-more-eu-help-2022-09-30/ - Reuters

Case anticrisi - Infine l’Ungheria, dove cresce la preoccupazione del settore edilizio per l’aumento vertiginoso del costo delle materie prime e dove sta riscoprendo la tradizionale tecnica costruttiva delle case in adobe (impasto di sabbia, limo e argilla), utilizzata da secoli nel paese utilizzando direttamente terricci locali. È una soluzione edilizia economica e a ridotto impatto ambientale che fa a meno di mattoni e cemento. In Ungheria si contano 700mila case costruite con tale tecnica.

https://www.dw.com/en/adobe-houses-are-making-a-comeback-in-hungary/av-63354484 - Deutsche Welle

Una casa in adobe a Szalafő, nell’Ungheria occidentale. Foto di Gergely Sipos su Flickr. https://www.flickr.com/photos/28365447@N05/3554753036


Ungheria

Cinque professori del liceo bilingue franco-ungherese Ferenc Kölcsey, uno dei migliori di Budapest, sono stati licenziati dal ministero degli Interni per la loro disobbedienza civile a difesa della propria dignità di insegnanti. La protesta della scuola, scoppiata già la scorsa primavera, è arrivata a coinvolgere studenti e famiglie e potrebbe creare grattacapi a un governo che sembra avere tutte le intenzioni di usare il pugno di ferro.  

Come nelle altre proteste fin qui viste nei 12 anni di era Orbán, l'inconsistenza dell'opposizione e il controllo dei media e dei piccoli centri da parte del governo potrebbero spegnere pian piano il dissenso. Orbán intanto ha importanti partite da giocare in Europa e cerca l'ennesimo equilibrismo, finora sempre trovato con successo, nello sbloccare l'arrivo dei fondi Ue promessi e al contempo mantenere la sua posizione ambigua su politiche energetiche e sanzioni antirusse. 

La scuola contro Orbán - Budapest ha visto il 5 ottobre la più grande manifestazione di protesta dalla vittoria elettorale di Fidesz dello scorso aprile. In piazza è sceso il mondo della scuola, compresi studenti e genitori, per protestare contro i recenti licenziamenti di professori rei di aver denunciato le limitazioni al diritto di sciopero, gli infimi salari, spesso inferiori al minimo per lavoratore laureato, e la perdita di autonomia scolastica. Il nuovo governo Orbán vede la Pubblica istruzione sotto il diretto controllo del ministero degli Interni.

https://www.reuters.com/world/europe/students-form-human-chains-across-budapest-supporting-teachers-strike-2022-10-05/ - Reuters

 Verso l'accordo sui fondi Ue - «L'Ungheria sta compiendo importanti passi nella giusta direzione» ha affermato il commissario al bilancio Johannes Hahn in audizione al Parlamento Europeo in riferimento alle riforme anticorruzione che dovrebbero scongiurare la sospensione dei fondi di coesione, ma ha anche aggiunto che ci vorrà del tempo prima che si traducano in pratica.

https://euobserver.com/rule-of-law/156213 - Euobserver

Doppio gioco di Orbán sulle sanzioni - Mentre ai tavoli negoziali europei l'Ungheria risulta disponibile a collaborare, in patria, scrive Lili Bayer su Politico, continua la campagna antiBruxelles di Viktor Orbán che si scaglia, in particolare, contro le "bugie" della Commissione che aveva promesso che le sanzioni avrebbero posto fine alla guerra.

https://www.politico.eu/article/viktor-orban-double-game-eu-conspiracies-budapest-collaborate-brussels-sanctions-recovery-funds/ - Politico

L'Ungheria rallenta l'espansione Nato - Accanto a quello turco è ungherese l'ultimo sì mancante per l'adesione di Svezia e Finlandia alla Nato. Dopo il consenso dato a livello governativo infatti, si fa attendere la ratifica del parlamento, che non è stata ancora calendarizzata. In settimana è fallito un tentativo dell'opposizione socialista di arrivare al voto in tempi rapidi.

https://www.euronews.com/2022/10/06/hungary-and-turkey-are-the-last-two-roadblocks-to-nato-membership-for-finland-and-sweden - Euronews

Una foto delle proteste degli studenti a Budapest dello scorso 5 ottobre. Foto di Alessandro Grimaldi.


Polonia

Anche in Polonia è iniziato l'autunno. Mai come quest'anno l'arrivo di questa stagione coincide con preoccupazioni energetiche da risolvere, acuite da un'inflazione galoppante e dai noti scenari bellici nella confinante Ucraina. 

L'apertura nei giorni scorsi del gasdotto Baltic Pipe promette di sopperire a parte del gas russo con quello norvegese. Tuttavia, le quasi contemporanee falle verificatesi nei gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 fanno temere anche per la sicurezza di questa nuova opera sottomarina. In tutto questo, i costi per i consumatori restano spesso insostenibili, mentre il 71% dell'energia polacca arriva ancora dal carbone. 

 

Il nucleare simbolico - Il presidente della Repubblica, Andrzej Duda, ha invitato gli Stati Uniti a posizionare testate nucleari in Polonia allo scopo di dissuadere i russi da eventuali attacchi. Da Washington dicono di non avere ricevuto richieste ufficiali da Varsavia in merito.

https://www.theguardian.com/world/2022/oct/05/poland-us-nuclear-wars-russia-putin-ukraine - The Guardian.

 

Una centrale sul mare - Nel frattempo non sono ancora iniziati i lavori per costruire il primo impianto nucleare polacco. Dovrebbe sorgere a Choczewo, luogo di villeggiatura sul Baltico nei pressi di Danzica, e contare su tre reattori. Notes from Poland ha raccolto le opinioni di alcuni residenti del luogo.

https://notesfrompoland.com/2022/10/05/as-poland-pushes-ahead-with-first-nuclear-plant-locals-voice-concern/ - Notes From Poland

 

Patto sulle indennità di guerra? - Nella scorsa edizione, avevamo scritto della richiesta di riparazioni di guerra richiesta alla Germania per un totale di 1,3 trilioni di Euro. Oggi da Berlino assicurano che il caso sia chiuso dopo un incontro fra le due parti, ma da Varsavia non demordono e forse preparano un rilancio. 

https://www.euronews.com/2022/10/03/poland-formally-demands-13-trillion-from-germany-in-wwii-reparations - Euronews

https://www.dw.com/en/germany-says-issue-of-wwii-reparations-for-poland-closed/a-63326528 - Deutsche Welle

 

L'Oder che separa - A luglio una catastrofe ecologica ha causato la morte di milioni di pesci nel fiume Oder, lungo il confine con la Germania. Le responsabilità del disastro ambientale sono umane e in fase di accertamento, ma l'accaduto divide ulteriormente i governi di Berlino e Varsavia. 

https://www.politico.eu/article/poland-germany-relation-oder-river-fish/ - Politico

 

Rail Baltica in partenza - Un'opera mastodontica per collegare Tallinn a Varsavia passando per Lituania e Lettonia. Si tratta della Rail Baltica, infrastruttura ferroviaria ad alta velocità da 5,8 miliardi di euro. Del progetto si parla sin dagli anni '90 e oggi, dopo molti rinvii, i lavori per realizzarla sono da poco cominciati. 

https://kafkadesk.org/2022/09/28/what-is-the-rail-baltica-high-speed-train-project/ - Kafkadesk

 

Troubled Waters - Il co-fondatore dei Pink Floyd, Roger Waters, è divenuto persona non grata in Polonia. Un suo concerto a Cracovia è stato cancellato e verrà recuperato a Bologna. Tutto nasce da una lettera scritta dal musicista alla first lady ucraina, Olena Zelenska, nella quale accusava l'Ucraina di non avere portato la pace nel Donbass, sorvolando sull'invasione militare russa del Paese.

https://www.nytimes.com/2022/09/25/world/europe/roger-waters-poland-concert-ukraine.html - New York Times


Repubblica Ceca

In Repubblica Ceca non si placano le proteste di piazza contro il governo e per chiedere la fine delle sanzioni alla Russia che incidono sul costo dell’energia e dunque sulla qualità della vita dei cittadini. Piccole, ma combattive, formazioni sovraniste e radicali ne stanno approfittando per orientare la piazza e tentare di guadagnare consenso a danno del governo. Operazione che per ora non sembra stia dando frutti, visto che i sondaggi di gradimento sono ancora alti per il premier Petr Fiala e che il candidato a presidente della Repubblica sostenuto dall’esecutivo è in alto nei sondaggi. Il candidato più atteso invece, l’ex premier Andrej Babiš, per ora risulta non pervenuto. Nell’attesa dell’annessione di Kaliningrad.

Praga di lotta - La piazza mugugna contro il governo del conservatore Fiala. L’appoggio senza remore di Praga all’Ucraina nel conflitto innescato dall’invasione russa non piace a tutti e alcune opposizioni cavalcano il malcontento. Circa 70mila persone infatti si sono trovate in piazza San Venceslao lo scorso 28 settembre chiedendo la neutralità del Paese, l’uscita dalla Nato e la fine delle sanzioni alla Russia per riavere le forniture di gas. Echi salviniani e trumpiani negli slogan come “Prima la Repubblica Ceca”.

https://www.reuters.com/world/europe/thousands-czechs-protest-governments-handling-energy-crisis-2022-09-28/ - Reuters

 

E Praga di governo - L’esecutivo ceco non sembra preoccupato dalle manifestazioni di dissenso e va per la sua strada in politica estera. Il premier Fiala ha annunciato che parteciperà a un incontro a Kiev con il suo omologo ucraino il prossimo 31 ottobre. Non sono ancora stati divulgati i dettagli sui contenuti, ma il segnale è chiaro.

https://english.alarabiya.net/News/world/2022/10/07/Ukrainian-Czech-governments-to-hold-meeting-Kyiv - Al Arabiya

 

Il passo indietro di Babiš - L’ex premier Andrej Babiš, come vi avevamo raccontato nel numero precedente, sembrava il candidato naturale alle elezioni presidenziali che si avvicinano. Nonostante le sue controversie giudiziarie attualmente contro di lui, resta la figura più carismatica nel campo dell’opposizione. Eppure Babiš ancora non scioglie la riserva. Secondo gli esperti, una sconfitta elettorale alle presidenziali ne precluderebbe per sempre la carriera politica.

https://english.radio.cz/expert-babis-cant-risk-tag-loser-presidential-election-8763344 - Radio Prague

La geopolitica dei meme - Un referendum per annettere l’enclave russa di Kaliningrad alla Repubblica Ceca, con il nome di Královec. È questo il proposito, naturalmente satirico, che da settimane gira sul web e in particolare su Twitter in risposta alla autoproclamata annessione di quattro provincie ucraine da parte della Russia con dei referendum di dubbia trasparenza. Kaliningrad, un tempo famosa come Konigsberg e città di Immanuel Kant, fu fondata nel XIII secolo in onore del re di Boemia Ottocaro II e dunque, in linea teorica, la Repubblica Ceca attuale avrebbe tutto il diritto a rivendicarne la sovranità.

https://brnodaily.com/2022/10/06/news/politics/kaliningrad-accession-to-czech-republic-prank-floods-social-media/ - Brno Daily

Uno dei meme più popolari sull’annessione ceca di Kaliningrad (Fonte: web).


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Slovacchia

Settimane all’insegna dell’instabilità per la Slovacchia. Sul fronte politico interno è stata respinta la mozione di sfiducia nei confronti di Igor Matovič. La sua fuoriuscita dal governo era la conditio sine qua non posta da SaS per riaprire le trattative per un ritorno nell’esecutivo. Ora SaS passerà ufficialmente all’opposizione è si è detta disponibile a discutere l’eventualità di elezioni anticipate.

Ma il vero tema politico del momento è l’aumento del costo dell’energia. Il governo slovacco chiede aiuto e si dice pronto a soluzioni estreme, come il blocco dell’export dell’elettricità se la Commissione Ue non sarà in grado di fornire adeguata assistenza. Si riaffaccia inoltre la crisi migratoria. L’aumento delle persone provenienti dalla rotta balcanica ha indotto i governi di Repubblica Ceca e Austria a sospendere Schengen e reintrodurre i controlli alle frontiere con la Slovacchia.

 

Matovič dentro, SaS fuori - La mozione di sfiducia presentata da SaS (Libertà e Solidarietà) presentata nei confronti del ministro delle Finanze ed ex premier Igor Matovič (OĽaNO), non è andata a buon fine. «È stato l’ultimo tentativo di rimuovere Matovič dal governo - ha dichiarato il leader di SaS Richard Sulìk - d’ora in poi SaS diventerà un partito di opposizione».

https://www.reuters.com/world/europe/slovak-finance-minister-survives-vote-more-instability-ahead-2022-10-04/ - Reuters

 

La rotta balcanica - Repubblica Ceca e Austria hanno reintrodotto il controllo alle frontiere con la Slovacchia dopo aver registrato un aumento dell’immigrazione clandestina. Si tratta di persone perlopiù di nazionalità siriana, che giungono in Europa centrale attraverso la rotta balcanica. Il grosso delle persone arriva dal confine serbo - ungherese. Il primo ministro Eduard Heger ha dichiarato che è necessario aiutare l’Ungheria per rafforzare i confini di Schengen.

https://newsnow.tasr.sk/economy/heger-important-to-help-hungary-strengthen-checks-on-schengen-border/ - Tasr

Bratislava vs Bruxelles - Il primo ministro Eduard Heger non è soddisfatto delle azioni intraprese dalla Commissione europea per contrastare la crisi energetica e chiede che i soldi non spesi dei fondi di coesione 2014 - 2020 vengano utilizzati per abbassare le bollette dell’energia delle imprese.
https://www.euractiv.com/section/energy-environment/news/slovak-pm-to-ask-for-billions-from-cohesion-funds-to-solve-energy-crisis/ - Euractiv

 

L’allarme di Heger - Sempre Heger in un’intervista al Financial Times si è espresso con parole molto dirette sulla questione «Se non riceveremo aiuto, l’incremento dei prezzi ucciderà la nostra economia».

https://www.politico.eu/article/slovakia-pm-warns-energy-crisis-could-kill-economy-heger-ukraine-russia/ - Politico

Discussioni in corso - Intanto la presidente della Repubblica Zuzana Čaputová discute con il ministro dell’Economia Karel Hirman sulle misure energetiche da intraprendere.

https://www.tasr.sk/tasr-clanok/TASR:2022100400000477  - Tasr

 

Visti negati - Seguendo la scia di altri paesi europei la Slovacchia ha deciso di non garantire il visto umanitario ai cittadini russi fuggiti dalla mobilitazione militare imposta dal regime di Vladimir Putin.

https://spectator.sme.sk/c/23017498/slovakia-will-not-grant-humanitarian-visas-to-russians-fleeing-mobilisation.html - Slovak Spectator

 

Guerra, il sondaggio della discordia - Un controverso sondaggio rivela che la maggioranza degli slovacchi preferirebbe una vittoria netta della Federazione Russa rispetto a quella dell’Ucraina. Alcuni esperti criticano le modalità dell’indagine, ma i risultati non sorprendono.

https://balkaninsight.com/2022/10/04/poll-mired-in-controversy-reveals-many-slovaks-wish-for-russian-victory/  - Balkan Insight

 

Alla luce del crescente sostegno della sua opinione pubblica nei confronti della Russia, la Slovacchia può diventare il prossimo problema europeo? Se lo chiede Michal Hudec su Euractiv.

https://www.euractiv.com/section/all/opinion/slovakia-europes-next-troublemaker/ - Euractiv

 

Torna il V4 - I ministri della Difesa del Gruppo Visegrád si sono incontrati per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina. L’occasione è stato il meeting di Banská Štiavnica, nel sud della Slovacchia. Tra i temi sul tavolo, quello della protezione dei cieli slovacchi da parte dell’Ungheria.

https://www.euractiv.com/section/politics/short_news/slovakia-and-hungary-to-discuss-protection-of-slovak-airspace/ - Euractiv

 

Archeologia macabra - A Vráble, nella Slovacchia occidentale, gli archeologi hanno trovato una fossa comune con 35 scheletri decapitati risalente a 7mila anni fa. Si sospetta che fossero le vittime di un sacrificio umano eseguito per rafforzare la protezione di un muro difensivo costruito sopra al fossato.

https://www.livescience.com/neolithic-mass-grave-slovakia  - Live Science


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