Václav #9

1-15 aprile 2019

A poco più di un mese delle elezioni europee in Polonia si infiamma la protesta di piazza contro il governo. Lo sciopero nazionale degli insegnanti, con la richiesta di un aumento salariale del 30%, spacca l’opinione pubblica e il fronte interno dei sindacati.

In Slovacchia è tempo dei primi interventi pubblici della neoeletta presidente Zuzana Čaputova, di cui riportiamo due lunghe interviste al Guardian e al Washington Post, mentre il presidente uscente Andrej Kiska annuncia la fondazione di un proprio partito. In Repubblica Ceca il premier Andrej Babiš ha dovuto fare i conti con una doppia grana all’interno del suo esecutivo, dove per ragioni diverse sono stati sostituiti il ministro dei Trasporti Dan Ťok e il ministrodell’Industria e del commercio Marta Nováková. In particolare quest’ultima è stata al centro di un incidente diplomatico con Taiwan, dove le è risultata fatale la sua posizione troppo filo cinese. I rapporti con il Paese del dragone sono di attualità anche in Ungheria, dove il governo, in controtendenza rispetto ai Paesi dell’area Visegrád, ha dichiarato che collaborerà con Huawei per sviluppare la rete Internet. 

Come sempre, su Václav non parliamo solo di politica, ma diamo spazio anche ad altre tematiche. Da seguire la storia di Daniel Rycharski in Polonia che porta avanti le istanze Lgbtqi in Polonia attraverso le sue opere, mentre in Slovacchia viene abrogata una curiosa quanto controversa legge che vietava l’esecuzione di inni nazionali stranieri in assenza di rappresentanze diplomatiche estere. Questo è molto altro nel Václav della prima metà di aprile. 

 

Buona lettura! 

 

POLONIA

Solidarność è di destra 
L’8 aprile gli insegnanti polacchi hanno avviato uno sciopero di massa, che ha coinvolto l’80% delle scuole del Paese. I docenti rivendicano un aumento salariale del 30% e minacciano di non assicurare lo svolgimento degli esami di fine anno, previsti a maggio. Il governo ha proposto di accrescere le buste paga del 9,6%. Tutte le sigle sindacali hanno rifiutato, con l’eccezione di Solidarność, il sindacato simbolo della lotta polacca per la liberazione dal giogo comunista. La decisione non stupisce: Solidarność sostiene infatti il governo di Diritto e Giustizia (PiS), il partito nazionalista e sovranista al potere dal 2015. Eppure, la firma dell’accordo sui salari degli insegnanti ha scatenato un’ondata di indignazione tra molti ex militari del grande partito-sindacato, amareggiati per la sponda da esso offerta a Jarosław Kaczyński, capo del PiS e leader de facto del Paese. Lech Wałęsa, fondatore di Solidarność, di cui ha stracciato la tessera qualche anno fa, ha proposto di privare il sindacato dello storico logo usato a partire dal 1980, l’anno in cui il sindacato nacque, a Danzica. Raccontano questa storia Politico, e in Italia, il Manifesto.  

L’artista senza casa            
Daniel Rycharski, 33 anni, artista emergente. Realizza installazioni che si richiamano alla religione e al mondo rurale, ed è gay. I temi della sua arte non convincono la Polonia liberale e cosmopolita, ma la sua omosessualità lo rende inviso a quella fetta di Paese conservatrice, oggi maggioritaria. Un artista senza casa; forse senza patria. Rycharski, con il suo lavoro, sta tentando di cambiare la chiesa e la società polacche, aprendole alle istanze Lgbtqi. Una bella storia raccontata dal New York Times

Gli Harry Potter in fiamme           
Rafał Jarosiewicz è il sacerdote cattolico che di recente, a Danzica, ha organizzato il rogo dei libri di Harry Potter, di maschere africane, di icone buddhiste e di altri oggetti o volumi che a suo modo di vedere esprimono forze e tentazioni dell’occulto, e possono condizionare coloro che li posseggono. Nei giorni scorsi padre Jarosiewicz ha chiesto scusa, sui social, per il rogo, spiegando che non era sua intenzione offendere altre fedi e altre culture. Il prete era stato multato dalle autorità di Danzica per aver appiccato il rogo davanti alla sua chiesa, intitolata alla Madonna e a Santa Caterina di Svezia. Intanto, emergono nuovi dettagli sullo scandalo pedofilia, che coinvolge anche la chiesa polacca: la conferenza episcopale, che in merito ha aperto un’inchiesta interna, ha accertato 382 casi di abusi su minori dal 1990 a oggi. Entrambe le notizie su Time

Arresto eccellente  
Nel 2015 le elezioni politiche furono fortemente influenzate dallo scandalo intercettazioni che mise al tappeto la Piattaforma civica (Po), il partito liberale che aveva guidato il Paese dal 2007. Diversi suoi esponenti furono “microfonati” dai camerieri dei ristoranti di Varsavia frequentati dalla politica. La stampa pubblicò le trascrizioni delle loro conversazioni, dalle quali emersero intrecci politico-finanziari. La credibilità di Po, già minata, subì un duro colpo. L’intero sistema sarebbe stato messo in piedi da Marek Falenta, un ricco imprenditore. Nei primi giorni di aprile è stato arrestato in Spagna. La notizia su Deutsche Welle

Riparazioni di guerra
Da tempo la destra polacca sostiene che la Germania debba pagare per i danni arrecati alla Polonia al tempo della Seconda guerra mondiale. Il tema è tornato in auge in queste settimane, poiché l’apposita commissione parlamentare incaricata di stimare l’entità della devastazione causata dal nazismo ha emesso il verdetto: 850 miliardi di dollari. La notizia su Bloomberg. Il risentimento verso la Germania è una delle chiavi del consenso della destra polacca, e forse non è un caso che le stime della commissione arrivino alla vigilia delle elezioni europee. La polarizzazione tra destra e liberali, tra euroscetticismo e sentimenti pro-Ue, potrebbe crescere da qui al giorno del voto.

Giustizia: storia infinita
La partita sullo stato di diritto tra governo e Commissione Ue, mai finita, si arricchisce di un ulteriore fronte. L’esecutivo comunitario, riportano Deutsche Welle e Il Post, ha inviato a Varsavia un richiamo formale – primo passo di una possibile procedura di infrazione – per via dei procedimenti disciplinari che il Consiglio nazionale giudiziario, l’organo di autogoverno delle toghe polacche, ha aperto nei confronti di alcuni magistrati che avevano espresso pubblicamente dubbi sulla nuova architettura della giustizia, frutto di una serie di contestate riforme volute da Diritto e Giustizia, il partito al potere. Le stesse riforme avevano aperto un duro contenzioso con Bruxelles, tutt’oggi aperto, che accusa Varsavia di aver privato la magistratura di autonomia e di averla soggiogata all’esecutivo. Tra gli organi che sono stati riformati figura proprio il Consiglio giudiziario, al cui interno il peso dei giudici vicini all’area di governo è aumentato.

Białowieża: nuovi disboscamenti? 
È passato un anno da quando la Corte di giustizia dell’Unione europea, con una sentenza, ha imposto la fine dell’abbattimento massiccio di alberi nella foresta primordiale di Białowieża, permesso dal governo polacco. L’esecutivo aveva reso più elastici i limiti per il disboscamento, spiegando che ciò era necessario per combattere un parassita che stava decimando gli alberi. Solo un modo per fare un favore alla lobby del legno: questa invece la tesi degli ecologisti. A un anno dalla sentenza della Corte di giustizia Ue il New York Times ha realizzato un reportage sulla foresta, per fare il punto sul rispetto da parte di Varsavia della sentenza. Sullo sfondo aleggerebbe lo spettro di un nuovo disboscamento. Le autorità polacche, scrive il New York Times, starebbero pensando a come aggirare il divieto fissato dai giudici europei. 

La piscina più profonda al mondo
Aprirà questo autunno a Mszczonów, non lontano da Varsavia. Ci si potrà immergere fino a 45 metri di profondità, e sopra, ci sarà un albergo. Un progetto costosissimo e ambizioso di cui scriveLa Stampa

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