Václav #56
26 giugno - 14 luglio
Siamo arrivati al numero 56 di Václav, l’ultimo prima della pausa estiva. Noi di Centrum Report non andremo però in vacanza. Sotto l’ombrellone vi faremo trovare diversi nuovi longform, per continuare a raccontarvi la nostra amata Europa Centrale.
In questa edizione della nostra rassegna trovate un’apertura dedicata alla situazione pandemica. I contagi sono in lenta ma costante risalita, a causa della diffusione della variante Delta. Per il momento però i vari governi V4 non hanno preso in considerazione nuove restrizioni.
Nella carrellata di notizie tra i vari Paesi, spicca la politica polacca, con il ritorno in scena dell’ex premier Donald Tusk, e un progetto di legge che metterebbe fuori gioco la principale emittente televisiva privata Tvn, ritenuta vicina all’opposizione. In Ungheria è entrata invece in vigore la legge che prende di mira la cosiddetta propaganda omosessuale. Sono scattate anche le prime sanzioni.
In chiusura una ricca sezione di sport, dove diamo ampio spazio al buon momento del movimento ceco, e la nostra Terza Pagina: tra cinema, filosofia e arte, siamo certi che non vi annoierete.
Buona lettura!
SITUAZIONE COVID
In tutta l’area del V4 tornano a crescere, lentamente, i casi di infezione. I numeri sono ancora lontani da quelli dell’Europa occidentale, ma c’è preoccupazione per il progressivo incremento del numero di riproduzione di base (il cosiddetto R0). In Repubblica Ceca è cresciuto fino a 1,46, il più alto dallo scorso ottobre, mentre negli altri tre Paesi è più contenuto. Un altro fattore di rischio è legato alla velocità di diffusione della variante delta, la più contagiosa. Anche in questo caso il dato peggiore arriva proprio da Praga, dove il numero di infezioni dovute a questa variante tocca il 26% del totale. Un po’ meglio in Polonia, dov’è al 13%, e in Slovacchia, al 6%. Non sono pervenuti i dati del sequenziamento ungherese.
Sulla base di queste premesse il ministro della Salute polacco Adam Niedzielski, ha previsto una nuova ondata di contagi, che dovrebbe raggiungere il picco a metà agosto. Lo riporta l’agenzia Pap.
Tuttavia per il momento nessun governo sembra aver intenzione di prendere contromisure. In Slovacchia dal 9 luglio tutte le persone che hanno ottenuto entrambe le dosi di un vaccino per il coronavirus possono entrare nel Paese senza restrizioni, a patto di avere ricevuto la seconda iniezione da almeno 14 giorni. Abolito il precedente sistema d'ingressi 'a semaforo', che tanto aveva fatto discutere. Sul portale ufficiale creato dal governo, invece, sono disponibili tutti i numeri aggiornati del covid-19 fra test PCR, vaccini somministrati e nuovi casi giornalieri registrati. Al contrario, si alza il livello di guardia da parte degli altri Paesi. La Spagna ha identificato la maggior parte delle regioni della Repubblica Ceca ad alto rischio. Per poter viaggiare in terra iberica sarà necessario presentare un test PCR o antigenico negativo effettuato nelle 48 ore precedenti la partenza o un certificato di vaccinazione completa. Lo scrive Radio Praga.
Sul fronte vaccinale infine si registra una frenata. L’Ungheria, per mesi uno dei Paesi europei che aveva vaccinato di più, ha raggiunto ora il suo plateau, con il 57,4% della popolazione coperta. Il governo magiaro ha reso nota la mappa con la distribuzione delle inoculazioni. Si può leggere su Hungary Today. Dal grafico di Our World in Data, qui sotto, si può vedere anche il rallentamento della Polonia (46,1%), che nell’ultimo mese è stata sorpassata dalla Repubblica Ceca (49,1%). Fanalino di coda la Slovacchia, con meno del 40%.
Persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, Our World in Data.
POLONIA
Tusk is back La notizia era nell’aria da settimane e alla fine è stata ufficializzata. Donald Tusk, già premier polacco dal 2007 al 2014, e poi presidente del consiglio europeo fino al 2019, è tornato alla politica attiva in Polonia. Lo fa da neoeletto, praticamente acclamato, segretario di Piattaforma Civica (Po), partito che lui stesso aveva contribuito a fondare e che aveva portato al governo. Tusk si è presentato davanti alla direzione di Po con un discorso molto netto per portare il dibattito politico su una sfida aperta tra lui e Jarosław Kaczyński, leader di Diritto e Giustizia (PiS) in vista delle elezioni politiche del 2023. Se ne parla su Deutsche Welle.
Legge anti-Tvn Nel panorama delle emittenti televisive private che trasmettono in Polonia, Tvn è la più nota e la maggiore concorrente di quella statale, Tvp, ed è ritenuta vicina all’opposizione. Inoltre, come è noto, la proprietà di Tvn appartiene al network americano Discovery e l’ambasciata statunitense a Varsavia più volte è intervenuta in passato quando il governo a guida PiS ha provato a interferire con l’attività di Tvn. Il caso si è ripresentato negli ultimi giorni dopo che un gruppo di deputati della maggioranza ha presentato un disegno di legge che limiti la possibilità di possedere canali mediatici per gruppi d’affari non appartenenti allo spazio economico europeo. È evidente che un provvedimento del genere colpirebbe Tvn in prima istanza e per questo in Polonia sono già iniziate le polemiche. I dettagli su Reporting Democracy.
Esteri senza bussola Sempre da Reporting Democracy un dettagliato editoriale di Piotr Buras che analizza la politica estera polacca dell’ultimo periodo che, dopo essersi legata mani e piedi alla presidenza Trump auspicandone un secondo mandato, fatica ad avere buoni rapporti con gli Stati Uniti nell’era Biden e non è in grado di trovare forti sponde in Europa. Inoltre, il ministro degli Esteri, Zbigniew Rau, spinge per un inedito avvicinamento alla Cina.
La Chiesa apre ai vaccini Qualche mese fa hanno fatto discutere le dichiarazioni di parte dell’episcopato polacco, diffuse poi in varie parrocchie, secondo cui i fedeli avrebbero dovuto diffidare dei vaccini a vettore adenovirus in quanto era probabile che contenessero cellule di feti abortiti. Oggi che la reticenza al vaccino tra le fasce d’età a rischio in Polonia inizia a preoccupare. «I vaccini sono un dono di Dio, che non è indifferente alla sorte degli uomini e ai rischi derivati dalle malattie» ha dichiarato l’arcivescovo di Poznań e presidente della comunità episcopale polacca, Stanisław Gądecki, come riporta Notes from Poland. Le posizioni scettiche della Chiesa sul vaccino erano state criticate anche dall’ex ministro della Sanità, Łukasz Szumowski.
SLOVACCHIA
Impasse sulle elezioni anticipate Il 7 luglio la Corte Costituzionale ha bocciato la richiesta di un referendum per la chiusura anticipata della legislatura parlamentare a cui farebbero seguito elezioni anticipate. Promossa nel maggio scorso, dopo la caduta del governo Matovič, erano state raccolte 585mila firme e aveva ricevuto l’appoggio dei due principali partiti d'opposizione socialdemocratici: Smer-Sd e Hlas-Sd. Inoltre, un recente sondaggio mostrava come il 53% degli slovacchi intervistati fosse incline a partecipare a un eventuale quesito referendario su questo tema. Dopo il pronunciamento della Corte, che ha ritenuto incostituzionale il referendum, la palla passa al parlamento di Bratislava che potrebbe emendare la Costituzione e adottare una risoluzione per indirlo. Soluzione che sarebbe gradita al presidente della Repubblica, Zuzana Čaputová. Approfondisce Buongiorno Slovacchia.
Lo Sputnik torna a Mosca A marzo la Slovacchia aveva acquistato dalla Russia 200mila dosi del siero vaccinale Sputnik V. Una decisione controversa, che determinò la caduta del governo dell'ex premier Igor Matovič. Oggi si può dire che quel rischio politico mal calcolato non abbia pagato neppure a livello sanitario. Come illustra Politico, al 30 giugno solo 22mila slovacchi avevano ricevuto una o entrambe le iniezioni del preparato russo. Il governo pensava di donare 160mila dosi inutilizzate di Sputnik V a Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Albania e Montenegro, ma alla fine ha scelto di rivenderle a Mosca allo stesso costo a cui erano state acquistate. Lo riporta Reuters.
Cervelli (non ancora) in fuga La metà degli slovacchi fra i 18 e i 29 anni intende lasciare il proprio Paese. Una percentuale che sale al 62% fra i giovani che frequentano l'università. Sono i risultati di un'indagine condotta da Focus e commissionata dall'Istituto per gli affari pubblici (Ivo), una Ong slovacca. I principali motivi che spingono gli under 30 a voler lasciare la madrepatria sono la mancanza di sbocchi professionali e il non elevato standard di vita. A sorpresa, ma non troppo, la destinazione estera preferita dagli interpellati resta la vicina Repubblica Ceca nella quale un quinto di loro vorrebbe trasferirsi permanentemente o temporaneamente. Seguono Germania, Regno Unito e un altro Paese confinante, l'Austria. Se ne parla su Euractiv.
La macchina volante di Nitra Si chiama AirCar e, come il nome suggerisce, si tratta del prototipo di un'automobile volante creato da una startup slovacca, la Klein Vision di Nitra. Il 29 giugno il veicolo ha effettuato un volo sperimentale decollando dall'aeroporto di Nitra e atterrando dopo 35 minuti in quello di Bratislava. Lo pilotava il suo inventore, il professor Stefan Klein, che ha anche dimostrato come sia possibile trasformare AirCar da veicolo su strada a macchina volante in circa due minuti. Ora arriva la parte più difficile: trasformare il prototipo - che ha già effettuato dieci ore di volo complessive - in una vettura prodotta in serie. La Slovacchia, leader europeo nella produzione di automobili, potrebbe essere il luogo giusto per farlo. La notizia su Euronews,
REPUBBLICA CECA
Il terzo giugno più caldo di sempre Il mese di giugno appena concluso è stato il terzo più caldo dal 1961, anno in cui sono iniziate le registrazioni meteorologiche nella Repubblica Ceca. A fronte di una media di 18,8 gradi Celsius, la temperatura si è attestata mediamente su 19,1 gradi. Oltre alle prolungate ondate di calore il mese scorso è stato caratterizzato da eventi meteorologici estremi, come il tornado che ha colpito la zona di Hodonín, nella Moravia del sud, provocando cinque morti e centinaia di feriti. Tuttavia Radio Praga segnala che le precipitazioni sono rimaste nella media mensile.
Un’immagine dalla devastazione provocata dal tornado che ha colpito la Moravia del sud, lo scorso giugno (Wikimedia Commons)
Vaccini, Praga chiama Budapest Il premier ceco Andrej Babiš ha chiesto all’Ungheria altre 200mila dosi di vaccini contro il Covid-19, oltre alle 140mila ricevuto nelle scorse settimane. Ad aprile la Repubblica Ceca non aveva aderito al piano di redistribuzione Ue di 10 milioni di dosi di Pfizer, trovando la solidarietà di Slovenia, Austria e Ungheria. La notizia da Agenzia Nova.
UNGHERIA
Approvata legge omosessualità e prime sanzioni La discussa legge per la protezione dei bambini da pedofilia e sessualità non tradizionale è entrata in vigore giovedì 8 luglio, scrive France24. Il giorno stesso è arrivata la prima sanzione delle autorità, che ha multato la catena di librerie Líra Könyv per la distribuzione del libro di favole per bambini ‘Che famiglia!’, che parla di una famiglia arcobaleno, senza l'indicazione chiara che il libro devia dalla norma" e quindi "l'uso di "pratiche commerciali sleali verso il consumatore". Il volume è la traduzione ungherese di ‘Early one morning’ di Lawrence Schimel. Líra Könyv ha dichiarato la difficoltà di poter esprimere lo stesso parere per ogni opera letteraria che "devia dalla norma”. Ne parla The Post Internazionale
Stop al Recovery Fund? Secondo indiscrezioni rese note dall’agenzia di stampa tedesca Dpa, la commissione Ue è intenzionata a non approvare il piano economico ungherese per accedere ai 7,2 miliardi di euro previsti per l'Ungheria dal Recovery Fund europeo. Come racconta Politico, la decisione è motivata dalla mancata osservanza delle raccomandazioni poste all'Ungheria, in particolare riguardo al monitoraggio dell'uso dei fondi per evitare casi di corruzione, frodi, double fund, conflitti di interessi. Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, precisa, secondo quanto riporta Open, che lo spirito dell'intervento è quello di restare in ambito tecnico e non di politicizzare l'assegnazione dei fondi legandola alla questione dei diritti.
Alla base del sistema Orbán L’università economica Corvinus di Budapest, un tempo fucina degli economisti liberali del post ’89 e ora fiore all'occhiello dell'élite conservatrice ungherese è stato il primo ateneo ad essere trasformato in fondazione privata con a capo degli alleati di Viktor Orbán. La Corvinus ha appena ricevuto dalla presidenza del consiglio l'equivalente di 1,7 miliardi di dollari per il nuovo campus, scrive il New York Times, segno di come il progetto illiberale del premier magiaro ponga le sue fondamenta sulla formazione culturale e accademica. Secondo l'ex ministro della Cultura, Bálint Magyar, questa è la base per la creazione di uno Stato profondo, che permetterà al sistema Orbán di mantenersi egemone nel Paese, qualunque sia l'esito delle elezioni. Stessa riflessione, con uno spiraglio di speranza finale, nell’intervista concessa a The Atlantic dal sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, secondo il quale il sistema non ha più sufficienti salvaguardie democratiche. Orbán ha fedeli alleati nei posti chiave come l'autorità di controllo dei media, la banca centrale e le autorità giudiziarie. «Ma non c'è un reale consenso sociale dietro Fidesz», avverte Karácsony e l'unione delle opposizioni potrebbe far crollare il castello.
Consultazione nazionale su Soros Il governo ungherese ha reso note le 14 domande della nuova consultazione nazionale a cui i cittadini possono rispondere su base volontaria per esprimere la loro opinione sulla politica governativa. Tra le domande viene dedicato ampio spazio a George Soros, il quale secondo la premessa di un quesito «dopo la pandemia attaccherà di nuovo l'Ungheria perché l'Ungheria è contraria all'immigrazione illegale» e che «finanzia Ong che fanno propaganda sessuale». La nuova consultazione è stata accompagnata da un’imponente campagna cartellonistica per le strade del Paese corredata con emoji che veicolano il sentimento del governo, visibile su Hungary Today
Dichiarazione comune della destra europea I principali partiti di estrema destra europei, hanno firmato una comune “Dichiarazione sul futuro dell’Europa”. Tuttavia, anziché rafforzare la coesione dei firmatari, sembra essere stata generata in un clima di diffuso malcontento e scetticismo, che potrebbero limitarne l’azione. Soprattutto per quanto riguarda i piani per formare un unico gruppo sovranista al parlamento europeo, cosa che non appare al momento probabile, dice il Post . Il Financial Times osserva che, sebbene l’estrema destra europea sia omogenea nel programma politico e riesca a convogliare anche ampio consenso, nei casi in cui è andata al governo è stata ben contenuta dai partiti moderati di coalizione. Uno schema che si potrebbe riproporre anche a Bruxelles. Un caso a parte è quello ungherese in cui Fidesz governa da solo da tre legislature, grazie a una supermaggioranza dei due terzi.
SEGUI TUTTE LE NOSTRE ATTIVITÀ. GLI ARTICOLI SU CARTA E IN RETE. I LONGFORM, STORIE MOLTO LUNGHE, TUTTE DA LEGGERE, POSSIBILMENTE SLEGATE DALLA CRONACA. GLI INTERVENTI RADIO-TV COME ESPERTI. E IL VÁCLAV, LA NOSTRA RICCA RASSEGNA STAMPA SULL’EUROPA CENTRALE.
SPORT
Gioia ceca Si è fermata ai quarti di finale l’avventura della Repubblica Ceca agli Europei di calcio. Fatale la sconfitta per 2-1 con la Danimarca. Un torneo senza dubbio positivo per gli uomini di mister Šilhavý, che hanno espresso un bel gioco di squadra, caratterizzato dall’emergere di ottime individualità. Della cavalcata dei cechi aveva scritto Linkiesta, proprio alla vigilia della partita con la Danimarca. Tra i singoli che si sono messi in luce, spicca Patrik Schick, miglior marcatore della competizione insieme a Cristiano Ronaldo con cinque reti all’attivo. Qualche giorno dopo l’eliminazione è giunto un po’ inaspettato l’annuncio del ritiro dalla nazionale del capitano Vladimír Darida, che vuole passare più tempo con la famiglia. Da Associated Press.
Oltre al calcio, lo sport ceco sta vivendo un buon momento. A distanza di cinque anni dall’ultima volta, la tennista Karolína Plíšková ha raggiunto la finale di uno Slam. Niente da fare sul centrale di Wimbledon contro la numero uno al mondo Ashleigh Barty, che si è imposta in tre set (6-3, 6-7, 6-3). Per Plíšková c’è però la consapevolezza di essere tornata a competere ad alti livelli dopo un periodo di appannamento. Ne scrive Repubblica.
Buone notizie anche dal basket. La nazionale ceca ha staccato il pass per il torno olimpico, battendo nettamente la Grecia 97-72. La cronaca della partita su Basket Inside.
Hurkacz sorprende Wimbledon Vincere contro Roger Federer a Wimbledon non è cosa da tutti. Non solo per l’esperienza di sei vittorie che lo svizzero può vantare sull’erba dell’All England Club, ma anche per tutto quello che il nome di Roger Federer ancora significa nel mondo del tennis. Hubert Hurkacz, tennista classe ’97 originario di Breslavia, ha compiuto l’impresa nei giorni scorsi durante uno dei quarti di finale di Wimbledon. Di fronte aveva un Federer lontano dalla forma migliore, ma ha comunque portato a casa una vittoria di grande valore simbolico. Nonostante la sconfitta al turno successivo contro l’azzurro Matteo Berrettini, Hurkacz ha eguagliato la semifinale raggiunta a Wimbledon nel 2013 dal connazionale Jerzy Janowicz, miglior risultato del tennis polacco maschile in un torneo dello Slam. Se ne parla su Kafkadesk.
Un ariete slovacco in Sudafrica Pavol 'Safo' Šafranko è un attaccante 26enne slovacco che conta 10 presenze, senza reti, nella nazionale maggiore. Non era fra i convocati per Euro 2020, ma gode di buona reputazione in patria. Sino a qualche settimana fa giocava in una squadra della serie A romena, il Sepsi Osk e in precedenza aveva militato in club scozzesi e danesi. Dal 1° luglio, Šafranko è un giocatore dei Mamelodi Sundowns e calcherà i campi della South African Premier Division, la massima serie sudafricana. Campionato che la sua nuova squadra ha già vinto in quattordici occasioni, inclusa la passata stagione. Una scelta affascinante, che fa dell'attaccante slovacco il quarto europeo ingaggiato da una delle sedici compagini del prossimo campionato sudafricano.
TERZA PAGINA
Agnes Heller riferimento di Macron In un'intervista al mensile Elle alla domanda su quali sono le donne che lo hanno ispirato, il presidente francese Emmanuel Macron ha citato la filosofa ungherese Agnes Heller, allieva di György Lukács. Macron la descrive come una vera lottatrice, che ha sempre lottato non solo contro Viktor Orbán, ma in generale contro i totalitarismi e per l'Europa, una donna libera. La Heller è stata spesso intervistata dalla stampa italiana. Qui un'intervista del 1999 ad Anna Merlo del Manifesto e qui su Repubblica una delle sue ultime interviste con la sua analisi sull'eccezionalità della posizione dei paesi di Visegrád sui temi dei diritti e dei migranti. Dice la Heller: «Mentre la Germania è cambiata, in molti Paesi di questa area i fantasmi della storia non sono mai andati via».
Italia e Ungheria a braccetto sulla Croisette In concorso al Festival di Cannes ci sarà ‘A feleségem történetét’ (La storia di mia moglie), tratto dall’omonimo romanzo di Milan Füst, per la regia di Ildikó Enyedi, vincitrice della Berlinale nel 2017 con ‘Nel corpo e nell’anima’. Nel cast del film, coprodotto dall'italiana Palosanto Films con Rai Cinema, anche Sergio Rubini e Jasmine Trinca. La presentazione del film su Cinecittà.com. Si vedrà invece nella nuova sezione Premiere ‘Evolució’, il nuovo film di Kornel Mundrucko, l’autore di ‘Pieces of a Woman’ e ‘White God’. Nella sezione Classics vedremo ‘Diario per i miei figli’, di Marta Meszaros, gran premio della Giuria nel 1984, appena restaurato dalla cineteca nazionale ungherese. La regista si appresta a compiere 94 anni.
Já, Olga Hepnarová A Praga il 10 luglio 1973 la ventiduenne Olga Hepnarová alla guida di un furgone preso a noleggio, travolse 25 persone in attesa del tram, uccidendone otto. Non si trattò di un incidente, ma di un atto deliberato. Hepnarová, che soffriva di disturbi mentali, ammise di aver pianificato la strage sei mesi prima, con l’intento di fare più morti possibili. Il processo stabilì che era capace di intendere e di volere, e fu condannata a morte per impiccagione. La sentenza fu eseguita il 12 marzo 1975. Fu l’ultima volta che una donna venne giudicata con la pena capitale. Sulla sua storia è stato girato un film ‘Já, Olga Hepnarová’ (Io, Olga Hepnarová), dei registi Petr Kazda and Tomás Weinreb. Dei pregi e dei difetti di questa pellicola scrive Lee Adams nella sua recensione pubblicata da Kafkadesk.
L'ultima sinagoga di Bratislava Al numero 811 di via Heydukova, nel centro storico di Bratislava, sorge l'ultima sinagoga ancora in piedi nella capitale slovacca. Celato da una severa facciata in stile cubista, il tempio fu costruito fra il 1923 e il 1926, per venire incontro alle esigenze degli 11mila abitanti di fede ebraica presenti in città in quegli anni, pari a un nono del totale. Dopo la sconsiderata distruzione dell'elegante sinagoga Neolog, avvenuta nel 1967, per costruire lo stradone che ancora oggi taglia in due il centro di Bratislava, il tempio di via Heydukova resta una rara testimonianza di un passato da non dimenticare. Via Slovak Spectator.
Anna Bilińska, rivoluzionaria della pittura Aleksandra Janiszewska sulle pagine culturali di Notes from Poland racconta la travagliata storia di Anna Bilińska, pittrice emersa da una famiglia di modeste capacità economiche e capace di superare il blocco conservatore accademico che limitava le pittrici a occuparsi di paesaggi e nature morte. Nonostante il divieto formale alle donne di accedere ai laboratori di pittura dei corpi e dei nudi, Bilińska è riuscita a diventare un’eccellente e ardita ritrattista, capace di una piccola rivoluzione nel mondo della pittura polacca ed europea.
Anna Bilińska, Autoritratto, 1887
Chi siamo, dove siamo Centrum Report è un collettivo giornalistico composto da Lorenzo Berardi, Salvatore Greco, Alessandro Grimaldi e Fabio Turco, tutti appassionati di Europa Centrale e residenti fra Budapest e Varsavia. Per saperne di più su di noi clicca qui. Siamo presenti in rete con un sito, una pagina Facebook e un account Twitter.
Due i prodotti che sviluppiamo. Il primo è Václav, una rassegna stampa ragionata. Una bussola per capire dove va la regione. La pubblichiamo ogni due settimane. Se apprezzate il nostro servizio, invitate altre persone a fruirne!
E poi scriviamo i longform. Articoli molto lunghi, da leggere tutti d'un fiato, su cultura, storia, politica e società dei Paesi dell'Europa Centrale. Non inseguiamo l'attualità, cerchiamo piuttosto di promuovere un giornalismo lento e attento. Ecco l'archivio della sezione.